Le deroghe ai blocchi delle auto e il fallimento dell’accordo di Bacino Padano

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La scelta del Comune di Verona di derogare all’Accordo di Bacino Padano che prevede un crescendo di blocchi e limitazioni del traffico in base ai giorni di sforamento delle polveri sottili, oltre a dimostrare una sottovalutazione del problema dell’inquinamento che attanaglia quotidianamente i cittadini e che mette a rischio la salute delle persone, è la dichiarazione del proprio fallimento sulle politiche ambientali che solo qualche giorno fa venivano millantate, oltre a dimostrare la pochezza dello stesso Accordo che le regioni del nord Italia hanno sottoscritto.

L’accordo, già criticato in passato dalla nostra associazione per le modeste e non obbligatorie misure proposte ai comuni, si pone come strumento che dovrebbe limitare le situazioni di emergenza, senza andare ad incidere sulla obbligatorietà delle misure che dovrebbero comunque essere strutturali.

Il ricorso alla deroga in un periodo caotico per le città è quindi bello e pronto. Ma se l’inquinamento è tale da prevedere blocchi del traffico, pur come misura parziale e limitata, i blocchi vanno tutelati. La tutela della salute dei cittadini viene prima di tutto

Una recente pubblicazione dell’European Environmental Agency (EEA) ha stimato che in Europa nel 2012 l’inquinamento dell’aria abbia causato circa 432.000 morti premature, con oltre 60 mila nel nostro paese, tanto da costringere le regioni del nord Italia e il Ministero all’Ambiente all’avvio di questo tortuoso accordo di programma anti-smog sovraregionale

C’è il forte sospetto che questo accordo sia nato dalla necessità di dare una risposta alle procedure di infrazione europee risalenti già al 2006 contro il nostro paese per i frequenti superamenti dei limiti di qualità dell’aria e per la non corretta applicazione della direttiva del 2008 relativa alla riduzione drastica delle emissioni inquinanti, piuttosto che alle esigenze sanitarie dei cittadini.

Comune di Verona e Legambiente collaborano sul progetto Looper che riguarda analisi, monitoraggio e valutazioni partecipate sull’area di Verona sud, area tra le più immerse nello smog anche per scelte urbanistiche folli e scriteriate se pur fatte dalla precedente amministrazione. Ci si attende un atteggiamento coerente per una vera e cosciente presa d’atto della necessità di cambiare registro.

Confidiamo che sia solo un momento di smarrimento e che si rientri immediatamente nel far rispettare quanto sottoscritto, un primo piccolo passo per affrontare una tra le più gravi criticità che storicamente grava sulla nostra città.

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