Parco delle Mura: parco monumentale o vuoto da riempire?
Apprendiamo dalla stampa della messa a dimora dei primi 5 abeti al bastione di San Zeno in ambito parco delle Mura, iniziativa voluta dall’assessore ai Giardini Federico Benini e da AMIA. L’iniziativa andrebbe a recuperare i dismessi alberi di Natale donati dai veronesi che, persa la loro funzione, troverebbero nuova vita in aree cittadine.
Per il circolo di Legambiente Verona, che oltre alle questioni ambientali locali da più di trent’anni si impegna nella promozione della cultura del Parco delle Mura, questa iniziativa stimola riflessioni specifiche.
Il parco delle mura a differenza degli altri grandi parchi cittadini (dell’Adige, della collina, della Spianà) ha caratteristiche particolari, poiché oltre ad essere un corridoio ecologico ed un polmone verde per la città, è caratterizzato da una preponderante componente architettonico-monumentale che meriterebbe una gestione ancor più attenta e complessa. Si pensi per esempio che i maestosi bastioni perfettamente visibili dalla circonvallazione Dal Cero o venendo a piedi dalla stazione, sono delle opere monumentali di terra di epoca asburgica sotto vincolo architettonico della Soprintendenza, al pari della Casa di Giulietta o dell’Arena.
Sistematicamente a partire dai primi del 900, una volta compiuta la dismissione militare, gli spazi delle mura sono stati utilizzati come “vuoti da riempire”, oggetto di progettazione di parchi pubblici che qui vi hanno trovato spazio in modo poco convinto o spazi in cui a metà 900 hanno trovato fondamenta strutture che a tutt’oggi sono semi abusive o caratterizzate da concessioni non del tutto chiare poiché ancora parzialmente di proprietà demaniale.
Ad oltre un secolo dalla dismissione militare le mura sono state oggetto di vari progetti di recupero parzialmente compiuto. Per rimanere in ambito di gestione del verde, nell’ultimo decennio varie iniziative estemporanee sono state realizzate, tra le altre ricordiamo: le piantumazioni di alberi da frutto al bastione san Bernardino, gli alberi da frutto nel vallo di via Nievo, la piantumazione di 60 carpini bianchi a porta San Zeno, la posa di arnie del ribattezzato parco della biodiversità al bastione dei Riformati, l’area cani sorta in corrispondenza dell’unico tratto di muro scaligero e veneziano del bastione S.Spirito e la recentissima piantumazione di abeti di Natale al bastione San Zeno, oltretutto costituita da conifere, alberature non autoctone non resilienti a manutenzioni urbane e al clima della pianura oltre che paesaggisticamente disarmoniche.
Ciò pone nuovamente la vecchia questione della mancata pianificazione dei parchi a cui il Comune ha cercato di porre risposta attraverso la costituzione della Consulta del Verde, luogo in cui la Pubblica Amministrazione dialoga con i portatori di interesse per la valutazione progettuale del verde in città. A monte di tutto ciò però emerge come ancora manchi e sia sempre più urgente approvare il Piano del Verde, strumento urbanistico che permetterebbe di superare le dannose micro iniziative che lasciano sfregi sui nostri parchi cittadini e che le associazioni chiedono da tempo di discutere.
Altrettanto, da anni si attende il Piano di gestione del Parco delle Mura che dovrebbe superare la frammentazione progettuale che continua a compiersi su aree verdi e gestione degli spazi monumentali.
A pochi giorni dalla presentazione del nuovo Piano di Assetto del Territorio alle sue fasi preliminari, un suggerimento che ci sentiamo di dare a questa amministrazione è di costituire un comitato di gestione per il Parco delle Mura per gestire in modo organico la sua complessità, finalmente , dopo oltre 100 anni. Sarà inoltre necessario sviluppare un vero Sistema del Verde creando una rete che colleghi le diverse parti verdi del territorio comunale ricongiungendo i parchi con percorsi pedonabili, ciclabili, ma anche con corridoi ecologici con una attenzione sempre maggiore alla funzione del verde, che non è solo ornamentale, e che ha bisogno di essere pianificato